CAPITELLI – ANCONE – CRISTI IN COMELICO
Sono
ben ottanta i “capitelli” del Comelico. Punteggiano ogni angolo della
vallata, segnano i crocicchi della viabilità antica, su dossi esposti e
panoramici o in qualche appartato recesso. Apparizioni repentine e suggestive che testimoniano la
profonda devozione dei nostri avi, attestazioni visibili della loro fede, ex
voto per grazie ottenute, vite salvate, rientri da peripezie belliche,
salvamenti da calamità. Tabernacoli, oratori, edicole, altarioli…
terminologie variegate che si identificano nel vocabolario veneto “capitél”. Alcuni si presentano più eleganti ed elaborati, altri più rustici,
modesti. I più antichi risalgono al ‘600, uno dedicato a S. Anna reca sul
frontone la data MDXV. I più pregevoli incorporano altarioli in legno
scolpito, elaborato, dorato, con statue lignee o pitture ad olio.
Ben trenta sono dedicati alla Madonna vista come Grande Mediatrice, Madre
indulgente e caritatevole. Ai Santi sono dedicate complessivamente venticinque
chiesuole: 16 a S. Antonio da Padova, seguono S. Rita, S. Anna,
don Bosco, S. Giuseppe, S. Teresa di Lisieux, S. Elisabetta, S. Antonio Abate.
Una ventina di altarioli è dedicata al Cristo Crocefisso, simbolo della
sofferenza e della mortificazione, cardine della liturgia dei tempi antichi.
Sono centinaia i crocefissi, piccoli o grandi, modesti o preziosi,
consumati dalle intemperie o di recente fattura, che punteggiano le campagne, i
crocicchi, i tabià, che segnano i muri delle case e dei rustici. Al Sacro Cuor
di Gesù, devozione più recente, sono intitolati sei capitelli.
Soprattutto
a Casamazzagno restano testimoniate le “memorie” di incidenti
boschivi, dipinti su tavolette di legno, “ancone”
nel dialetto comeliano, testimonianti la “pietas” popolare ed un passato di
fatiche e sacrifici. Va evidenziato il valore religioso, storico, culturale ed
artistico di queste testimonianze ereditate dai nostri padri. E’ uno stimolo
per le nuove generazioni al
recupero della memoria collettiva sui rituali della pietà popolare, sui
sacrifici, privazioni e sofferenze che caratterizzavano la cultura e la vita
delle antiche popolazioni.
A cura di Achille Carbogno.