La
celebrazione di un anniversario, trentacinque anni... un disco. Verrebbe da
chiedersi: «Ancora un disco!?». Certamente oggi non e più né raro né
difficile per un coro produrre un CD; e sarebbe insufficiente (seppur già in sé
bello e ricco di significato) considerare un lavoro come questo solo come “una
foto ricordo dei 35 anni di età di un coro”. Ripeto: tutto questo e
importante, soprattutto per quanti riconoscono nel suono del coro Comelico un
anelito, un ricordo per ciò che costituisce l'anima profonda della propria
terra. Ma proprio da qui parte ciò che può, a mio avviso, costituire quel dono
in più che questa raccolta sa offrire, e a tutti, non solo ai Comelicesi o agli
amanti del Comelico. Occorre lasciarsi guidare dentro i silenzii e i suoni di
queste montagne e della gente che ne abita le valli, per poter cogliere i valori
che sembrano fin dai tempi più remoti essere stati affidati alla custodia di
queste montagne, di queste valli, e di questa gente.
Nei canti che si ispirano al Comelico; come nelle armonizzazioni di temi della
tradizione veneta (E mi la donna mora op. Voga, voga, cocola);
o ancora nelle armonizzazioni-elaborazioni su melodie d'autore, come Buona
notte, angelo mio di Mac Gillar; o ancora nelle trascrizioni per coro a
voci virili di corali di Bach, come e in Loda il Signore...); o
nelle composizioni originali, tutte a firma del M° Luciano Casanova Fuga, e
questa atavica, eterna Bellezza che vuoI essere cantata. Come e cantata dalle
voci della natura, così lo vuoI essere dagli uomini che questa natura abitano.
E Bellezza non vuol dire ignorare le brutture che la vita ci presenta; ma vuoi
dire affrontarle con la determinazione e la forza, e con la viva speranza che il
canto ed i silenzii della montagna invitano ad avere.
Così sono i temi di sempre: l'amore per la donna, come i guai dell'emigrazione
e della guerra (dalla guerra di ieri cantata in Sul ponte di Perati alla
guerra di oggi cantata in Irmina bella)... E mentre Sul
ponte di Perati ci riporta per le sue scelte compositive quasi al canto
“nostro” di osteria (con la tipica proposta del tema affidata alle sole voci
gravi in unisono e la risposta del plenum corale), Irmina bella ci
riporta al sapore dei suoni e delle danze dell'Est, martoriato dalla guerra più
recente, con la speranza che “tornerà la vita”, che “il sole
splenderà”.
Sono gli stessi elementi della natura (il sole...) e gli stessi
valori (la vita...) a costituire un fondo che lega assieme le tematiche
di ieri a quelle di oggi, quelle tristi a quelle liete. E sempre e presente nei
testi dello stesso Casanova Fuga una incrollabile serenità che trova radici
nella segreta bellezza della propria terra e lo aiuta ad irrorare di speranza il
mondo circostante, per quanto buio e lontano possa essere. Come può essere buio
il cielo dei bimbi vittime della violenza degli adulti ai quali Casanova Fuga
dedica Cantano le fate. Ma la musica sa anelare all'infinito ed e
capace di luminose aperture, ricercate con la modulazione a un tono sopra e con
melodie che vogliono essere appunto “fresche melodie portate dal vento sui
bianchi sentieri dell' infinito”.
E ancora nel cantare l'abbandono della propria terra in Lontano andrò
la tessitura corale è in grado di aprirsi-dilatarsi quando il testo ci
aiuta nuovamente a cogliere il nesso tra gli elementi della natura (“montagna...
cara terra mia... mia valle,”), e la “vita” come valore. E
tutto sfocia in un arcano sentimento religioso, in una preghiera a Dio affinché
vegli la notte sulla Montagna.
Il tema religioso è assai frequente nei testi di Casanova Fuga ed e
inseparabile dal sentimento della natura. Se la Natura del Comelico, con le sue
valli e le sue montagne, danno bellezza e fortezza interiore cantando assieme ai
suoi abitanti e vegliando su loro la notte (cfr. Verde valle: fresche
sorgenti cantate con noi... monti che vegliate nella notte su di noi...); su
questa valle e su queste montagne c’è ancora Qualcuno che veglia.
Il tuo cantico è un ispirato quadro di questo dialogo mistico, che ci
svela, forse meglio di ogni altro testo, la visione profonda dell'autore, che
ispira la sua estetica ed il suo impegno di musicista. La voce che cantano le
valli, i torrenti ed i monti è la voce di Dio (“la tua voce canta la
valle...”); e l'eco di questa voce ritorna verso l'alto (“...oltre la
luna, oltre le stelle...”) e qui si apre l'invito al Padre affinché “fermi”
i suoi cantici, quando questi ritorneranno a Lui come eco delle valli, e dei
torrenti e dei monti... E’ il dialogo mistico tra Uomo e Dio attraverso le
voci del creato che trova nel verde Comelico lo scrigno prezioso dove proteggere
incontaminato (questo universale messaggio di bellezza e di amore. E’ il
sentimento che nasce dall'amore per la propria terra, che si scopre sentimento
religioso, e vuole che la vita canti, e canti «in coro».
Gianmartino Durighello
Carissimo
Luciano, spero di essere riuscito ad interpretare i tuoi brani e i tuoi testi.
Per me è stata l'occasione per approfondirli e ho cercato di fare un' analisi
accurata e minuziosa. E' stato per me molto piacevole e mi complimento per la
“poesia” che ovunque traspare! Spero di essere riuscito a farlo trasparire
anche nelle mie righe. Auguroni, con amicizia e stima.
Gianmartino Durighello
Gianmartino Durighello è titolare della cattedra di Esercitazioni corali presso il Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto. Membro della Commissione artistica dell’ Asac - Regione Veneto collaboratore de “La Cartellina”; è stato in giuria per concorsi di composizione e di esecuzione corale; tiene corsi di formazione e aggiornamento. Membro della Commissione per la Liturgia della Diocesi di Padova, insegna Musicologia liturgica presso la Scuola di Musica per la Liturgia della stessa diocesi. Come compositore ha ottenuto varie affermazioni concorsuali e commissioni da Enti nazionali ed esteri; alcune sue composizioni sono state trasmesse da RAI Uno (diretta) e da emittenti private; scelte come brano d'obbligo per Concorsi nazionali ed internazionali; inserite come brano di studio in Corsi di formazione e aggiornamento. Ha pubblicato con Suvini Zerboni, Carrara, Armellin Musica, Berben, Edizioni Musicali Europee, Pro Musica Studium, Ente Rassegne Loreto, Asac, Feniarco, FCT, Messaggero ed altri. La sua produzione per coro annovera la Messa in onore della Madonna di Loreto (1995); la Missa “Audi filia” per coro e banda o orchestra (1999); alcune cantate per diverso organico e Mottetti vari.