Lettera
al Coro Comelico
Caro
Coro Comelico,
ti ho visto nascere nel lontano 1966 e ti ho sempre ascoltato durante questi
primi tuoi 35 anni di vita.
Ho seguito il tuo singolare percorso; dapprima eri un timido interprete di canti
popolari tradizionali, via via hai proposto un tuo repertorio originale.
Solo cinque anni fa, nel trentennale, hai pubblicato il volume “L 'invito dei
monti” contenente 30 canti composti ed armonizzati dal tuo direttore Luciano
Casanova Fuga, con l'augurio che quei canti non fossero solo tuo patrimonio ma
che venissero cantati ed ascoltati anche al di fuori della tua terra.
E così è stato, ed hai stupito non pochi.
Dal Veneto all' Emilia Romagna, dall'Alto Adige alla Val d’Aosta, dalla
Svizzera alla Slovenia molti Cori hanno apprezzato queste nuove armonie ed hanno
provato ad interpretarle.
Non ti aspettavi tutto questo vero?
Che da una piccola valle all' estremo lembo della valle dei Piave, ultimo
baluardo della Provincia di Belluno, del Veneto e d' Italia, stretta tra l'Alto
Adige, il Friuli e chiusa in alto dalla Carinzia e dal Tirolo, potesse partire
una piccola scintilla capace di raggiungere luoghi così diversi e lontani ed
emozionare i cuori …no, questo proprio non te io aspettavi, vero?
In questo primo sospiro del terzo millennio dove le emozioni sembrano non avere
più spazio, dove tutti hanno fretta di arrivare chissà dove, tu sei riuscito a
commuovermi ancora, mi hai fatto sentire dei brividi strani dentro e, a volte,
mi hai fatto piangere.
Ho sentito cantare le tue melodie in più luoghi del vicentino, del veronese e
ho sentito parlare di te fino in Val d'Aosta ed oltre le Alpi e ho scoperto che
altri cori cantavano le tue canzoni.
Questa volta non raccontare di te, lascia agli altri a parlare di te, anzi a
cantare di te.
A cantare quella musica che racconta sì la tua terra “il Comelico” ma che
racconta i sentimenti dell' uomo, quella musica che con un filo magico ha unito
molti Cori creando una stupenda... ... “Armonia di Cori”.