ANTONIO DORIGUZZI ROSSIN
Nasce
a Danta il 27 settembre del 1788, dotato di volontà e di intelligenza non
comuni, impara presto a leggere e scrivere e fin da ragazzo si appassiona allo
studio dei classici. A quell’epoca l’ottanta per cento degli Italiani è
analfabeta. Legge la versione in dialetto cadorino della Gerusalemme liberata
del Tasso e Il Giudizio Estremo, libera imitazione dantesca di
Toldo Costantini. Compone
struggenti poesie romantiche che legge al suo educatore Don Valentino Martini,
parroco di Padola, dal quale impara un po’ di latino. Nessuna delle sue poesie
è giunta sino a noi, probabilmente causa i numerosi incendi che perseguitavano
tutti i paesi della valle. Manifesta uno spirito inquieto e tormentato, un
talento da poeta contadino che detesta gli orpelli della letteratura ufficiale.
Come tutti a Danta, doveva duramente lavorare per vivere: falciare l’erba per
nutrire qualche capra e una mucca nella stalla sotto casa, lavorare i campi per
raccogliere patate e segala, lavorare nel bosco. |
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Già nel 1818 aveva scritto un modesto poemetto La passione di Cristo ossia
La Sacra Tragedia noto nelle canoniche del Comelico. Divenne famoso in
Cadore nel 1844 dove si diffonde il suo poema cavalleresco Carlo
Leopoldo-Trionfo della Religione. Si
tratta di un’opera dedicata al Viceré Ranieri e alle vittorie asburgiche sui
Turchi dopo il terribile assedio di Vienna del 1683. L’opera, pervasa da una
profonda religiosità, ispirata alla forma delle grandi opere letterarie del
Cinquecento italiano è composta da 14 canti e 1041 stanze. |