Presentiamo
con emozione questo «album di famiglia»: un racconto per immagini incorniciate
con brevi messaggi per guidare la memoria. Raccontiamo di una comunità che
discende dagli antichi originari delle Regole di Comelico Superiore. Da un millennio la
comunità conserva e si tramanda intatta una cultura che si è alimentata sulla
conduzione di una proprietà indivisa amministrata a livello assembleare: un
patrimonio agro-forestale che copre oltre la metà del territorio comunale.
Il
racconto traspare nella sequenza di antiche fotografie scelte e ordinate tra le
migliaia raccolte con devozione, sottratte con amore da vecchi album di famiglia
gelosamente conservati, staccate dai quadri appesi alle pareti delle stue,
o scoperte pazientemente negli angoli più segreti e dimenticati delle case.
Queste immagini parlano delle nostre radici; la gente di allora torna a popolare
il nostro presente, a confrontarsi con la nostra vita con la nostra società. Da
allora sono scomparse tante miserie, fatiche e privazioni, sono cambiati i
valori, i rapporti dell'uomo con la terra e con l'ambiente, il rapporto con la
spiritualità.
Ma
insieme con le miserie, sono scomparse o affievolite molte solidarietà
comunitarie, molte sintonie ed equilibri fra il tempo dell’uomo ed il tempo
della natura. Solo le nostre splendide montagne, immutabili, testimoniano di
tante nostre avventure.
Troppi
prati abbandonati, sempre più assediati dai boschi che provvedono a nascondere
pietosamente la fine di innumerevoli baite e fienili centenari. Immaginiamo il
brontolare forte e risentito dei nostri avi in un dialetto ancora comprensibile:
era un linguaggio immerso nella terra faticosamente coltivata dalla quale si
spremeva a fatica quanto spesso non bastava a garantire l’indispensabile per
una vita dignitosa, ma che è stata anche grembo fecondo del patto solidale su
cui si è costruita la splendida avventura comunitaria. Queste immagini di
allora ci turbano: sentiamo che qualcosa di profondo, di importante ci viene a
mancare, nella velocità delle trasformazioni che viviamo nel nostro tempo.
Forse ci siamo spinti troppo lontano.
Vorremmo
ritrovare in noi memoria dell’antico equilibrio fatto di semplicità,
saggezza, solidarietà, saldezza delle radici di questa nostra gente; vorremmo
saper cogliere, un po’ esausti del nostro produttivo ma caotico viaggiare, il
messaggio che traspare dalle immagini che, con affetto e desiderio, presentiamo
in queste pagine.