Comelico Cultura    

 

Bagni di Valgrande

 

 

Nel lontano 1895 così scriveva il maestro Valentino Pocchiesa di Padola:

 

«… il nascente stabilimento a legna delle acque minerali di Valgrande… tentativo fatto da me per tenere viva l’idea che il paese possa, col tempo, avere un vero stabilimento balneare… per ora esso non è che un piccolo e greggio fabbricato composto da dieci stanzine, parte servibili per bagni e le altre per alloggi e stanze da letto alla buona. Qui a Padola, sarebbero interrogate da me le famiglie Martini fu Girolamo, Topran D’Agata fu Giuseppe e Osta Alessandro ed altre che potrebbero, nella bella stagione, dare anche appartamenti interi ammobiliati per villeggianti… »

 

Seguiva nello stesso anno un rapporto dell’allora segretario comunale Luigi Topran D’Agata:

 

«L’edificio in legname costruito da Pocchiesa non ha, a dire il vero, avuto notevoli miglioramenti, né presenta la comodità che sarebbero desiderabili, ma ciò è da attribuire non alla mancanza di frequentatori, ma alla deficienza di mezzi e, più che tutto, al nessun aiuto che vi accorda il Comune che ne impedisce, si può dire, lo sviluppo, concedendo l’uso dell’acqua soltanto in via affatto provvisoria e per il periodo di qualche anno… »

 

Da parte sua il Comune incaricava nel 1879 il prof. Bizio dell’università di Padova ad eseguire analisi sulle acque di Valgrande. Riportiamo le sue conclusioni:

 

«… che, se parliamo poi di quelle circostanze locali che grandemente influiscono alle opportunità delle svariate applicazioni di una fonte minerale… e la posizione sua ai piedi del monte Nagiaruola, circondata e, quasi direi, coperta di fitti boschi ed abeti; circostanze tutte che, poste a debito profitto, contribuirono a quella reputazione cui, principalmente in Germania, salirono vari stabilimenti idroterapici... »

 

 

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