Un
camino sporco, un tizzone sfuggito al crepitante focolare, un mozzicone
gettato maldestramente, dopo poco ecco le solite urla: «al
f̣gu… al f̣gu…!» seguite dai
rintocchi della campana a «martello». Il fuoco divampava avido e la
gente lo combatteva con una catena di secchi d’acqua e di solidarietà,
insufficiente a domare le fiamme che si propagavano a case e fienili,
mettendo in pericolo interi paesi. La gente rimaneva per giorni con gli
occhi sbarrati su tanti sacrifici diventati cenere.
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Subito
dopo il disastroso incendio del 1874 si formava a Dosoledo il primo nucleo
di volontari; prima della grande guerra disponevano soltanto di una
rudimentale pompa a mano. Nel 1919 veniva ricostruita la squadra dei
pompieri: il primo comandante fu Angelo De Martin Mazzalon (1919-1921).
Dopo di lui Luigi Zandonella Baimonego (1921-1924), Valentino Sacco Proila
(1924-1962).
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