PRESENTAZIONE
Una domanda ricorrente ci ha accompagnato nel
passaggio dal ‘900 al nuovo millennio: “Cosa porteresti nel 2000, dal secolo
passato ?”
Il quesito, riferito alla Cultura ladina della nostra
terra d’origine, potrebbe avere risposte diverse; ma come risponderebbe a
questa domanda, oggi, il dott. Pio Zandonella Necca? Certo non direbbe
immodestamente: “...le mie poesie!.. ” ma certamente metterebbe tra le cose
da salvare, da tenere vive, al
cumeliàn,
la nostra parlata ladina del Comelico.
Una scelta che molti di noi condividerebbero, nella
consapevolezza che nella Lingua madre possiamo trovare le impronte della nostra
stessa vita, la memoria, la nostra storia: in una parola, le nostre radici.
E’
questo il senso dell’impegno editoriale che, come Sezione ladina del Comelico,
abbiamo assunto, affidando al Gruppo Ricerche Culturali il compito di
raccogliere con affettuosa cura l’intera opera poetica di Pio Necca, qui
pubblicata per la prima volta.
In essa vi si trova la testimonianza
di un uomo che ha vissuto con intensità il suo tempo e la cui esistenza ha
attraversato il cuore del secolo scorso, conservando la sua lingua madre come un
rifugio, un “posto” sicuro nel quale tornare per rivedere Dosoledo, il suo
paese, per ritrovare i suoi affetti, le sue mai dimenticate radici.
Ha
scelto la poesia, Pio Necca, per fissare nella lingua dei suoi genitori,
sensazioni, pensieri, immagini e ricordi di una vita: una scelta in fondo
obbligata, ineludibile, perché proprio la poesia, meglio di altre forme
letterarie, racchiude e rivela l’intensità di ciò che si vuole esprimere.
Una scelta che oggi noi apprezziamo ancor più perché
è come una doppia eredità dentro la quale ritroviamo luoghi, tempi, gente
della nostra memoria, della nostra storia, ma anche il valore e la forza
comunicativa della nostra lingua, patrimonio vivo da conservare e trasmettere.
Sezión ladinä
d’Cumelgu