Gli edifici che formavano gli agglomerati urbani del Comelico erano in origine prevalentemente in legno. Questa materia prima era fornita gratuitamente dalle Regole per l’edificazione o manutenzione dei fabbricati sia civili che rurali. L’abitudine al trasporto, alla lavorazione ed alla messa in opera del legname, scoraggiava l’impiego della pietra, efficace difesa contro gli incendi. Il legno consentiva, ad una economia povera, di soddisfare il bisogno di abitazione e rustici (tabiés e barki), nonché di malghe, ponti e strade.
Gli edifici erano costituiti da una
parte frontale esposta a sud, adibita ad abitazione; il fienile e la stalla
occupavano la parte posteriore spesso seminterrata. Le fondamenta a struttura
muraria si innalzavano a chiudere il piano terreno. Tutto il resto era legno.
Ampi ballatoi cingevano ogni piano
su tre lati, le grandi soffitte aperte e ventilate proteggevano granaglie e
fibre tessili nostrane stese ad essiccare. I tetti ricoperti di scandole
scendevano a due spioventi poco inclinati ad evitare lo scarico improvviso e
squilibrato della neve durante il disgelo primaverile. Al piano terra la stuä
godeva del posto d’onore sulla facciata più soleggiata. La cucina si trovava
più all’interno seguita dalla cantina. I piani superiori ospitavano le camere
e nel sottotetto era ricavata la soffitta. Il «bagno» disponeva al massimo di
due sedili, per bambini e per adulti: si trattava di un corpo aggiunto
costituito con discrezione verso il monte.
Ai piani superiori si accedeva
attraverso una scala esterna protetta dagli ampi sporti di gronda; a volte la
scala era sistemata all’interno in fondo al corridoio d’ingresso; più
raramente alla scala esterna se ne aggiungeva una interna più angusta ma
funzionale.
La stalla era spesso seminterrata; accanto, il letamaio si presentava colmo e profumato. Sopra le stalle era tutto fienile carico di foraggio fino in soffitta. Un ponte di legno collegava la scarpata con le grandi porte del fienile, lasciando transitare i carri vuoti e gli uomini sotto il peso dei teli gonfi di fieno.