Comelico Cultura    

 

 

              

Le simpatie e gli amori nascevano nelle stue: agli sguardi furtivi, sorrisi appena abbozzati seguiva la coraggiosa dichiarazione d’amore. Si potevano così scambiare poche parole sotto il controllo vigile ed incrociato di chi stava filando o parlando delle solite cose. Alla data del matrimonio si arrivava dopo che i fidanzati avevano potuto totalizzare a fatica una decina d’ore di così intimi colloqui. Si conoscevano da bambini: i pregi e i difetti dei due e le rispettive consistenze patrimoniali erano noti, tutto il resto sarebbe maturato… col tempo.

Il corredo da sposa vantava almeno cinque paia di lenzuola, federe ed asciugamani, venti camicie che costituivano l’indumento più intimo, qualche vestito con annessi grembiuli e fazzoletti di seta: tutto questo costituiva il contenuto del banku (cassettone), contributo della sposa all’arredo della casa.

Anche lo sposo portava il suo corredo di candide camicie di lino, qualche vestito di mezzalana, una mantellina e poco altro. Egli doveva provvedere al mobilio: un letto alto e robusto, materassi di lana o almeno di foglie di granoturco, e possibilmente un armadio. In cucina bastava per lo più stringersi un poco a tavola per far posto all’ultima arrivata.  

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