Pagina 17/24
|
Ogni
famiglia mandava al mulino il proprio sacco le cui dimensioni dipendevano
più dalle possibilità economiche che dal numero delle bocche da sfamare.
Al trasporto provvedevano 2 asini pazienti, uno detto moro
per il suo colore, l’altro gino
in virtù di sconosciuti meriti.
A
scuola, per i meno diligenti, il maestro pronosticava un avvenire simile a
quello del «moro» e del «gino». Il Bin,
il mugnaio, restituiva farina e crusca in sacchi alleggeriti della muladurä
(compenso pari a 4 Kg/ql). La crusca non veniva ancora prescritta per le
diete; era più volgarmente destinata a polli e maiali che riuscivano
fortunatamente ad ingrassare.
|